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								La sensazionale scoperta di un esopianeta con 
								dimensioni terrestri da parte della sonda 
								spaziale Kepler, lanciata dalla Nasa nel marzo 
								2009, è la conferma del successo di questa 
								missione.
								  
								Si tratta del primo pianeta, e quindi il più 
								piccolo degli oltre 500 scoperti fino ad ora con 
								vari metodi, ad avere caratteristiche simili a 
								quelle della nostra Terra.  
								Battezzato con il nome Kepler-10b orbita attorno 
								ad una stella (denominata Kepler-10) situata 
								nella costellazione boreale del Dragone alla 
								distanza di 560 anni luce da noi.  
								La tecnica con cui questi pianeti sono scoperti 
								si basa sulla diminuzione della luminosità della 
								stella dovuta al transito di un ipotetico 
								pianeta davanti al disco, che ne provoca una 
								sorta di eclisse molto debole. Infatti questo 
								metodo, che viene adottato anche dai telescopi a 
								terra in campo professionale, e oggi anche in 
								quello amatoriale, richiede una sensibilissima 
								strumentazione capace di percepire la minima 
								variazione di luce, in considerazione, appunto, 
								del rapporto di grandezza tra stella e pianeta 
								(1:100 circa per Sole – Terra).
								  
								Per quanto concerne le caratteristiche di 
								Kepler-10b, il cui diametro è stato stimato in 
								18˙000 km (Terra = 12˙000 km) si è riusciti a 
								risalire a quella che dovrebbe essere la sua 
								composizione interna: l’elevata densità rilevata 
								fa pensare alla presenza di roccia e metalli, 
								con abbondanza di ferro, che gli conferiscono un 
								campo gravitazionale doppio di quello terrestre. 
								L’assenza di atmosfera e la notevole vicinanza 
								alla stella, circa 3 milioni di km (Terra = 150 
								milioni di km circa), ricavata dal periodo 
								orbitale misurato in solo 20 ore contro i 365 
								giorni terrestri, fanno di Kepler-10b un pianeta 
								inospitale alla vita, fuori da quella che viene 
								definita fascia di abitabilità. Tuttavia il 
								successo conseguito dalla missione Kepler fa ben 
								sperare per il futuro; c’è fiducia da parte 
								della comunità scientifica che vede prossimo il 
								raggiungimento di uno dei suoi più importanti 
								obbiettivi: la scoperta di un pianeta vivo come 
								la Terra in un altro sistema stellare.
								
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